In un precedente articolo vi ho parlato del Turismo sessuale, ovvero, di “quei viaggi" la cui destinazione viene scelta per raggiungere mete dove incontrare prostitute o gigolò dai quali ottenere prestazioni sessuali.
Solitamente i turisti provengono da paesi benestanti e si dirigono presso "mete in via di sviluppo” e legato ad esso c’è un fenomeno ancora più grave che vede coinvolti i minori: il Turismo sessuale minorile.
L’Organizzazione Mondiale del Turismo riferisce che ben 3 milioni di persone ogni anno facciano un viaggio di questo tipo, dirigendosi verso mete solitamente situate nei paesi definiti comunemente del terzo mondo. In essi, infatti, lo stato di povertà e di corruzione presente favoriscono il perpetuarsi di questi reati.
L’Italia, purtroppo, è tra gli Stati da cui parte la maggior parte di turisti: sono circa 80mila, di età compresa tra i 20 ed i 40 anni, gli italiani che partono per soddisfare le proprie voglie e fantasie sessuali.
I paesi di destinazione sono vari e tra questi troviamo Brasile, Repubblica dominicana, Colombia, Thailandia e Cambogia, ai quali si sono aggiunti solo recentemente alcuni stati dell’Africa e dell’est Europa.
Un errore che non bisogna compiere è quello di pensare che i turisti sessuali siano solo uomini: negli anni sta crescendo il numero di turiste, le quali si recano principalmente in Kenya e nei Caraibi in cerca di giovani adolescenti (chiaramente minorenni).
A differenza degli uomini, i quali ricercano partner diversi per ogni sera, le donne ricercano un accompagnatore con cui trascorrere l’intera vacanza.
Ma chi sono nello specifico i turisti sessuali?
Da quanto risulta dai dati a nostra disposizione, si può affermare che il 65% dei turisti sia rappresentato da clienti occasionali, che si recano in questi luoghi in maniera sporadica.
Il 35%, invece, è costituito da clienti abituali, i quali con regolarità si spostano all’estero in cerca di soddisfazione sessuale.
Una piccola percentuale è infine rappresentata dai pedofili: si tratta di clienti altamente profilati, che cercano bambini o bambine di età inferiore ai 12 o ai 9 anni.
A livello internazionale purtroppo il turismo sessuale minorile non è considerato un crimine contro l’umanità. L’unica definizione di sfruttamento sessuale e commerciale dei minori è stata formulata a Stoccolma nel 1996, durante il primo Congresso Mondiale su questo specifico tema.
Confusione normativa, povertà ed indigenza elevate ed anche poca consapevolezza e coscienza di chi compie questi viaggi, non rendono possibile la fine di questo terribile fenomeno. Minori sfruttati e violentati due volte: una volta dai turisti, che li pagano in cambio di sesso togliendogli la spensieratezza di quegli anni, la gioia di essere bambini, adolescenti; una seconda volta dalla famiglia, dai propri genitori, i quali colludono e sfruttano la “domanda” dei turisti per sopravvivere alla povertà.
Dire come tutto questo sia ingiusto, sbagliato, vergognoso, è chiaramente poco.
Per cercare di comprendere perchè tutti questi adulti vadano alla ricerca di minorenni per soddisfare le proprie voglie e fantasie è difficile, non è semplice immaginare o comprendere cosa li motivi e porti ad agire un comportamento del genere. E lo è anche perchè sono coinvolti dei bambini, dei ragazzi innocenti verso i quali nutriamo istinti protettivi e di accudimento.
E quindi cosa si può fare per intervenire?
Come si può far fronte a questa cruda realtà che coinvolge il mondo intero? Forse sensibilizzare e far crescere la consapevolezza individuale sono dei primi passi, ma è necessario un cammino comune che coinvolga tutti gli Stati coinvolti.
Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale