Quando si parla di Turismo sessuale, ci si riferisce a tutti quei viaggi la cui destinazione viene scelta per raggiungere mete dove incontrare prostitute o gigolò dai quali ottenere prestazioni sessuali.
Solitamente i turisti provengono da paesi benestanti e si dirigono presso mete in via di sviluppo.
Più nello specifico l’Organizzazione Mondiale del Turismo definisce così il turismo sessuale: “viaggi organizzati dagli operatori del settore turistico, o da esterni che usano le proprie strutture e reti, con l'intento primario di far intraprendere ai turisti una relazione sessuale a sfondo commerciale con i residenti del luogo di destinazione”.
L’ONU afferma che questo fenomeno abbia importanti conseguenze, culturali e sociali, sia per i paesi d’origine che per quelli di destinazione: esse diventano più pesanti e rilevanti in tutte quelle realtà in cui esistono e vengono sfruttate disuguaglianze di sesso, età e condizione sociale/economica.
I turisti, inoltre, sono attratti ed incentivati a spostarsi verso questi Paesi anche per via dei ridotti costi che vi possono trovare oltre a fattori quali:
- alto tasso di prostituzione (legale e/o illegale);
- bassa età di consenso;
- facilità di accedere anche alla prostituzione minorile.
Destinazioni più frequentate
Il fenomeno del Turismo Sessuale è diffuso in tutto il pianeta ma, secondo recenti ricerche, i seguenti Stati rappresentano le mete più gettonate e frequentate.
Bangladesh, Brasile, Colombia, Nepal, Thailandia, Ucraina, Kenya, Europa e Africa sono tra queste, mentre il turismo sessuale femminile sembra concentrarsi principalmente verso la parte occidentale dell'Europa meridionale (Italia e Spagna), gran parte dei Caraibi (Giamaica, Barbados e Repubblica Dominicana) e Kenya. Tra le destinazioni minori ci sono Nepal, Figi e Costa Rica.
Allo stesso tempo esiste una forma legale di Turismo sessuale, ed è quella che si dirige verso Paesi quali Olanda, Germania e Svizzera. In essi, infatti, la prostituzione è considerata una vera e propria professione.
Chi sono i turisti sessuali?
In apparenza il Turista sessuale è una persona che nasconde facilmente il proprio disadattamento e si possono individuare tre tipologie di turista: occasionale, abitudinario e pedofilo.
Uomini e donne che legalmente o illegalmente cercano di soddisfare le proprie fantasie e pulsioni sessuali, a volte andando anche contro la libertà e la volontà della persona con cui consumano il rapporto sessuale.
Sì, uomini e donne, perché questo fenomeno non è più solamente maschile.
Cresce, infatti, il numero di donne che si spostano e organizzano i propri viaggi al fine di vivere esperienze sessuali soprattutto nei paesi esotici.
Ogni anno circa 600mila donne partono alla volta di Paesi quali Giamaica, Kenya, Santo Domingo, Cuba, ma anche l'Africa centrale e il Maghreb. Di queste ben 30mila sono italiane.
Cosa cercano?
"Il fenomeno è molto variegato, ma si va dalle donne che vivono avventure estemporanee ad altre che invece arrivano in posti come Capo Verde con già il nome del ragazzo con cui trascorreranno la loro settimana di vacanza" spiega a Donna Moderna Damiano Gallinaro, antropologo e membro all'Anpia (Associazione Nazionale Professionale Italiana degli Antropologi).
Le turiste sessuali
Donne bianche, benestanti, con un’età compresa tra i 40 e i 60 anni, spesso annoiate e stanche della solita routine. Questo il profilo delle donne che partono e si concedono questi viaggi “diversi” dal solito, nei quali si ricercano avventure previo compenso economico.
Il sociologo e antropologo Klaus de Albuquerque è stato uno tra i primi a delineare una sorta di identikit della donna come turista sessuale. Nel 1998 scrisse il libro “In cerca del Big Bamboo” nel quale delinea quattro tipologie di turiste: le "debuttanti" o neofite, ovvero quelle alla prima esperienza; le turiste sessuali "situazionali", ben disposte a fare sesso con i beach boys del posto, pur non partendo con questo obiettivo specifico; le "veterane", che invece viaggiano proprio allo scopo di gratificarsi con il sesso in totale anonimato e lontano da casa; infine, le "reduci" che hanno alle spalle diverse avventure sessuali in vacanza ed hanno anche instaurato relazioni che rinnovano di anno in anno.
I turisti sessuali
Grazie all’Ecpat (End Child Prostitution in Asia Tourism) è possibile tracciare l’identikit dell’uomo turista sessuale.
Quarantenne e disposto a pagare per ottenere la prestazione sessuale desiderata.
Le ultime ricerche fanno emergere che l’età media del turista sessuale si è abbassata: “spesso giovani che di fronte alla possibilità di fare sesso per una manciata di dollari, non si pongono tanti problemi”.
Solitamente si tratta di professionisti ed imprenditori, con larga disponibilità economica e lavori appaganti.
Turismo sessuale femminile e maschile: ci sono differenze?
Ebbene sembrerebbe proprio di no: “il turismo sessuale al maschile ed al femminile sono più simili di quanto non si possa pensare. Tuttavia gli uomini sono meno romantici e hanno un approccio più materiale”.
Molteplici, infatti, sono le storie di donne che vivono un’esperienza romantica con gli uomini conosciuti in viaggio e che tornano incinte, insieme al ragazzo di cui si sono innamorate.
Una volta che l’uomo ha ottenuto la cittadinanza, però, iniziano i primi problemi: contrasti, incomprensioni, conflitti. Tutto ciò porta alla fine della relazione e la donna si ritrova sola con il frutto di una relazione vissuta da lei, e solo da lei, come romantica, amorosa e vera.
Turismo sessuale con minori
Tale fenomeno è sempre più preoccupante e si può definire una vera e propria piaga sociale.
Le vittime sono bambini di soli 11 o 12 anni, venduti dalle proprie famiglie (si tratta sempre di famiglie povere e disperate) che vengono illuse dai soldi e da false promesse sul futuro roseo che attende i loro figli.
Gli sfruttatori sono maggiormente asiatici, ma negli ultimi anni è cresciuto il numero dei turisti occidentali, soprattutto italiani.
Inoltre un altro aspetto degno di nota di questo fenomeno, è l’esistenza e la sua relativa crescita, di un vero e proprio vocabolario. Nel corso del tempo sono stati coniati, infatti, diversi termini che vengono utilizzati nel turismo sessuale. Ecco qualche esempio:
- Sugar mommas: termine che sta ad indicare le donne che soggiornano in una specifica città in attesa di essere raggiunte da un uomo, il turista sessuale appunto, che si reca da loro in maniera regolare e costante. La donna, inoltre, si fa carico di tutte le spese, anche per il cibo, al fine di non far mancare nulla al proprio uomo.
- Romance Tourism: termine che sta ad indicare tutto l’insieme di vacanze nelle quali le donne non vanno alla ricerca delle bellezze naturali e paesaggistiche, ma anche di quelle maschili.
- Sanky Panky: si tratta di quegli uomini che si fingono perdutamente innamorati della Turista sessuale che hanno incontrato. Il loro scopo nella maggior parte dei casi è quello di estorcere più denaro possibile alla donna, convincerla di essersi perdutamente innamorati al fine di trasferirsi con lei nel suo paese d’origine. In questi casi la situazione è veramente delicata, in quanto la donna “casca” nella trappola dell’uomo, si sposa e solo dopo scopre chi è realmente la persona conosciuta in vacanza. E’ proprio in questi casi, infatti, che dopo aver ottenuto la cittadinanza, gli uomini tendono ad abbandonare la moglie e intraprendere una vita totalmente autonoma e indipendente da essa.
- Indirect Pay: con questo termine si intende il “pagamento” non in denaro che si aspetta (o che più direttamente viene chiesto) l’uomo con il quale la turista sessuale ha avuto dei rapporti. Spesso, infatti, gli uomini, soprattutto se giovani, non chiedono somme di denaro, ma preferiscono ricevere dei regali di varia natura in cambio delle proprie prestazioni sessuali.
Quando si parla di Turismo sessuale, dunque, si fa riferimento ad uno scenario decisamente ampio e complesso, nel quale entrano in gioco molteplici fattori e soprattutto attori.
Se poi si pensa che in tutto ciò vengono coinvolti minori, si capisce come sia importante agire, sensibilizzare, prevenire tali situazioni: sono bambini, non oggetti di cui disporre liberamente.
Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale