Il Parlamento Svedese ha recentemente approvato una legge che cambia il modo di perseguire i reati sessuali che avvengono all’interno del Paese.
Alla base di tutto c’è il consenso sessuale, dato in forma fisica o verbale: in sua assenza il rapporto sessuale sarà considerato un abuso.
La legge precedentemente in vigore limitava i casi di stupro a quelle vicende in cui la vittima fosse stata costretta ad un rapporto con la forza, con delle minacce o avendo approfittato di una condizione psico-fisica vulnerabile e labile.
Ora la legge introduce anche altre forme di reato, definendo così lo stupro colposo e l’abuso sessuale colposo: essi sussisteranno nel momento in cui uno delle due persone coinvolte nel rapporto non abbia la certezza che l’altro abbia esplicitato il proprio consenso.
In merito a questi nuovi reati, che potrebbero destare confusione e dubbi, sul sito del Goverment Office of Sweden, si può leggere quanto segue: “Se una persona vuole impegnarsi in attività sessuali con qualcuno che rimane inattivo o da segnali ambigui, dovrà scoprire se l’altra persona è disponibile”.
La passività, quindi, non viene più ritenuta una forma di partecipazione volontaria e consapevole.
Negli ultimi anni in Svezia il numero di stupri è più che raddoppiato e ben il 3% in più della popolazione ha dichiarato di essere stata vittima di molestie, violenze e stupri per l’appunto.
Ecco che quindi si è reso necessario un intervento sulla legislazione con l’introduzione di nuove normative e condanne.
Attivisti e donne di tutto il mondo richiedono da tempo una normativa trasparente e, sopra ogni cosa, la certezza della pena.
La violenza sessuale è qualcosa che riguarda tutti noi, a prescindere dal proprio genere e dal proprio orientamento: è un tema delicato e l’azione politica e legislativa intrapresa dalla Svezia è solo un primo passo.
Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale