E se questo è vero nelle relazioni interpersonali che abbiamo quotidianamente con amici, familiari, conoscenti e colleghi, lo è anche nelle relazioni di coppia.
Ma è possibile comunicare in maniera efficace, anche nel momento in cui ci troviamo di fronte a crisi, nel vivo di un litigio o quando, semplicemente, la pensiamo in modo diverso rispetto al nostro interlocutore? Molte volte capita di non riuscire a portare avanti una comunicazione positiva e di successo, ma, impegnandosi un po', si può rimediare e imparare a gestire tali contesti relazionali.
Non sempre è semplice comunicare all’interno della coppia, condividere ciò che si sente, che si prova e che si pensa con il proprio partner: a volte non si trovano le parole giuste, si teme di cogliere il momento sbagliato, ci si esprime male oppure si innescano dei meccanismi che vanno a sabotare l’intero dialogo.
Per questo e per altri motivi, ci si può ritrovare a vivere una relazione in cui uno dei due partner (o entrambi) si chiude, non esprime più ciò che anima il suo cuore e la sua mente, andando a inficiare il benessere della relazione stessa.
Pensare che rimanendo in silenzio, non esternando i propri sentimenti e pensieri, la relazione possa continuare a vivere serenamente, non è così corretto: “Non si può non comunicare”.
Se ripensiamo al primo assioma della comunicazione, esso ci ricorda un aspetto semplice e chiaro: possiamo anche non esporci, non comunicare all’altro ciò che realmente pensiamo e viviamo, possiamo bloccare o censurare le parole, ma il nostro corpo ed il nostro volto parleranno per noi.
La comunicazione interpersonale, infatti, si compone di linguaggio verbale e linguaggio non verbale, ma quest’ultimo prevale sul primo, soprattutto in tutti quei casi in cui le due modalità sono in contrasto tra loro.
Perché accade questo?
La comunicazione verbale è un processo conscio, di cui siamo consapevoli e che possiamo governare. La comunicazione non verbale, al contrario, è inconscia, sorge spontaneamente ed è proprio per questo motivo che riesce a svelare ciò che pensiamo realmente, la vera natura di idee, pensieri ed emozioni.
Ecco, dunque che, anche nel momento in cui il partner decide di chiudere il canale comunicativo con l’altro, il linguaggio non verbale può inviare messaggi, può far comprendere al partner che bisognerebbe parlare, confrontarsi e chiarirsi perché qualcosa, all'interno della coppia, non va.
Comunicare apertamente è l’unico modo che permette a due persone di legarsi: anche se a volte temiamo di ferire l’altro condividendo i nostri pensieri, è giusto aprirsi, perché altrimenti il problema verrà solo rimandato ed il dolore che l’altro proverà (o che potrebbe provare) sarà più grande.
Aspettarsi che l’altro ci capisca senza che noi diciamo nulla è ugualmente sbagliato. Il partner, infatti, non può leggere la nostra mente: può intuire ciò che proviamo osservando il non verbale, ma ha bisogno del dialogo per comprenderne i motivi (che siano pensieri, emozioni o sensazioni).
Non chiudersi, ma aprirsi: condividere per essere compresi e per comprendere.
Ma si può “costruire” un buon dialogo?
Sì, è possibile farlo tenendo presenti pochi e semplici concetti:
-
io e tu ben definiti: solo essendo consapevoli di sé e dell’altro, si può costituire un noi, una coppia, un legame, un futuro;
-
nella comunicazione sono ugualmente importanti le parole e la capacità di ascoltare;
-
nella comunicazione dobbiamo tenere sempre presente l’altro;
-
il tempo o lo spazio che ci si concede per parlare sono elementi fondamentali.
Saper ascoltare, esprimersi in maniera chiara e completa non lasciando cose non dette, riflettere prima di esprimersi così da poter scegliere le parole giuste ed esprimerle in maniera semplice e comprensibile, assicurarsi che il partner abbia compreso correttamente, sono tutti altri elementi da non dimenticare.
Se osserviamo un dialogo di successo, possiamo vedere come i partner facciano domande piuttosto che mere affermazioni, non esprimano sentenze, evochino e non spieghino, agiscano piuttosto che pensino.
Per comunicare c’è bisogno di tempo e del giusto spazio: intraprendere un dialogo poco prima di andare a lavorare ad esempio, non è la scelta migliore. Bisogna avere il giusto tempo per aprirsi e confrontarsi, dando la possibilità all’altro di comprendere ed esprimere il proprio punto di vista. Il dialogo richiede calma e tranquillità, entrambi i partner devono sapere di avere tempo, senza correre il rischio di interrompere e di dover riprendere in un secondo momento.
Azioni quali puntualizzare, recriminare, rinfacciare e predicare, sono tutte nocive: l’altro si sentirà attaccato, non compreso, e gli effetti sulla salute del rapporto non saranno positivi.
A volte ci si può trovare nell’incapacità di riuscire ad esprimere a parole ciò che si sente: in questi casi un aiuto può essere quello di scrivere una lettera.
Molti ne traggono beneficio in quanto riescono a scegliere le parole giuste, a esprimersi in maniera più chiara e semplice in quanto si focalizzano con più facilità su pensieri ed emozioni, riuscendo ad esporsi e condividendo con il partner vissuti anche molto importanti. Scrivendo si ha più tempo e molte persone ne hanno bisogno per avere una comunicazione efficace.
Non importa se verbalmente o per iscritto, la cosa più importante è aprirsi, confidarsi, confrontarsi: solo così ci si può legare all’altro in modo da affrontare e superare qualsiasi ostacolo e momento di difficoltà.
Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale