Eiaculazione precoce: cause, interpretazioni e soluzioni del problema

Scritto da 

Ad oggi, le problematiche sessuali legate alla fase orgasmica sono considerate molto frequenti anche all’interno del mondo maschile: diversi convegni, nazionali ed internazionali, hanno fatto emergere come sia in aumento la diffusione di problematiche eiaculatorie e come sia e stia crescendo l’attenzione degli esperti su tali temi. E’ infatti fondamentale la fase diagnostica per intraprendere un percorso terapeutico specifico e mirato alla persona che presenta il disturbo.


L’eiaculazione
precoce è una problematica le cui cause, da sempre, sono state ricercate e ricondotte a fattori psicologici (ansia, paura, stress, sono alcuni dei fattori che potrebbero contribuire alla sua comparsa). Tuttavia, alcuni studiosi appartenenti al campo della medicina, hanno cercato di verificare la presenza di fattori anche organici cercando un rimedio farmacologico. 

Quando ci si addentra nel campo delle disfunzioni sessuali, ci si ritrova sempre di fronte al rischio di cadere vittima della dicotomia diagnostica, cercando così cause prettamente psicologiche o unicamente fisiologiche. Bisogna essere sempre cauti, in quanto questi due mondi si intrecciano e influenzano reciprocamente: la cosa migliore dovrebbe essere quella di accogliere la persona e di ascoltarla a 360°, non sottovalutando nessun fattore o aspetto che essa ci riporti. 

La prima "diagnosi" di Eiaculazione Precoce viene solitamente effettuata dalla persona stessa che si presume presenti il problema. Questo rende quindi difficile individuare criteri diagnostici precisi, utili nella pratica clinica.

Se facciamo riferimento al DSM-5 (ovvero il Manuale Diagnostico dei DIsturbi Mentali), l’Eiaculazione precoce viene definita come “una modalità persistente o ricorrente di eiaculazione che si verifica durante i rapporti sessuali, circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri.” Inoltre, ai fini diagnostici, il Manuale indica diversi “livelli” di gravità (lieve, moderata e grave), chiede di specificare da quanto tempo si manifesta la problematica (permanente o acquisita) e in quale situazione (generalizzata o situazionale). 

Negli ultimi anni si è cercato di definire questo disturbo prendendo in considerazione diversi fattori, dal numero di spinte pelviche intravaginali effettuate dall’uomo prima di eiaculare, arrivando alla latenza eiaculatoria, intesa come il tempo trascorso tra la penetrazione vaginale e l’eiaculazione.

Gli esperti Master e Johnson nel 1996, sostennero che un uomo “fa esperienza di eiaculazione precoce se non è in grado di ritardare la sua eiaculazione in modo tale che la sua partner sia sessualmente soddisfatta in almeno il 50% dei loro rapporti sessuali.” I coniugi con una semplice affermazione, hanno posto l’attenzione su una componente molto importante: il piacere sessuale di entrambi i partner.

Comprendere a pieno il disagio vissuto da chi soffre di Eiaculazione precoce, è forse possibile se si associa al vissuto di perdita del controllo durante la fase di eccitazione (penetrativa o non), vissuto che porta anche verso un distress psicologico

Quando ci si trova di fronte un uomo che afferma di soffrire di Eiaculazione precoce, è sempre importante prendere in considerazione alcuni fattori che riguardano non solo l’insorgenza del disturbo, ma anche le sue modalità di presentazione.

Per quanto riguarda il momento in cui la problematica si è presentata per la prima volta, è importante distinguere tra:

  • EP primaria, quando è stata sempre presenta nella vita sessuale della persona, sin dalla prima esperienza;

  • EP secondaria, quando si presenta dopo un periodo più o meno lungo durante il quale la sessualità e l’eiaculazione erano soddisfacenti per la persona e non vi erano problematiche alcune. Quando ci si trova in questa situazione, i fattori scatenanti il disturbo non sono conosciuti da chi lo presenta. 

Quando si presenta l’Eiaculazione precoce?

Durante il processo di valutazione è importante chiedere e capire se l’eiaculazione avviene ante portas, quindi prima della penetrazione, o intra moenia, ovvero durante la penetrazione.

Altro importantissimo elemento da valutare è quello riguardante la frequenza del disturbo: si parla, infatti, di EP assoluta quando si presenta in ogni occasione e con qualsiasi partner, mentre di EP relativa quando si manifesta solo con un determinato partner. 

L’Eiaculazione precoce è senza dubbi una problematica sessuale che porta grande disagio e sofferenza in chi la vive. Proprio per questo è importante raccogliere con molta cura ed attenzione la storia clinica della persona che ne soffre, al fine di fare una diagnosi accurata ed intraprendere un percorso specifico che la accompagni verso la risoluzione del problema.

Ci sono diversi possibili fattori alla base di tale disfunzione sessuale. Tra questi possiamo trovare quelli cognitivi: l’ansia da prestazione, il senso di colpa e la paura possono portare l’organismo verso uno stato di ipereccitazione, il quale andrebbe a ridurre il controllo delle sensazioni pre-eiaculatorie.

Importanti sono anche i fattori comportamentali, basti pensare a delle prime esperienze traumatiche oppure al dover compiere l’atto sessuale in breve tempo per non farsi scoprire. Questi vissuti possono far sentire le loro influenze anche nel lungo termine, portando all’insorgenza del disturbo. 

Interessanti sono anche le interpretazione psicodinamiche:

  • un’eccessiva masturbazione durante l’adolescenza, legata ad un forte narcisismo, potrebbero impedire al ragazzo futuro uomo di apprendere il possibile controllo delle sensazioni preorgasmiche;

  • l’uomo potrebbe vivere dei forti sentimenti di rabbia, fino ad arrivare all’odio, nei confronti del genere femminile. Questi vissuti, ovviamente repressi e non consci, potrebbero essere la causa dell’eiaculazione precoce, la quale andrebbe a privare dell’orgasmo la partner sessuale. 

Se ci affacciamo sull’eziopatologia medica invece, possiamo individuare diversi quadri: disfunzioni ormonali, alterazioni neurologiche o vascolari, prostatiti, fimosi, fino ad arrivare all’assunzione di sostanze stupefacenti

Come si può intervenire per curare l’Eiaculazione Precoce?

Certamente l’approccio migliore è quello di cercare di integrare approccio psicologico e medico, al fine di aiutare al meglio la persona che ne soffre.
Ciò è tanto più vero nei casi in cui le cause sono prettamente mediche, come nelle situazioni di fimosi o prostatiti ad esempio.

Quando al contrario, la diagnosi si indirizza verso componenti e fattori psicologici, è importante intervenire con un approccio psicosessuologico.

Lavorare non solo sul paziente, ma anche con la partner, sarebbe la situazione ideale, ma a volte ciò non è possibile (non tutti i pazienti hanno un partner fisso ad esempio).
Molto utile ed importante è intervenire sulla percezione ed educazione del sè corporeo, proprio per rieducare la persona ad una positiva visione del proprio corpo. 

La terapia sessuologica, inoltre, prevede anche la possibilità di ricorrere a diversi esercizi (tecnica dello squeeze pausa, dello Stop-Start o gli Esercizi di Kegel), finalizzati alla conquista o alla riconquista del possibile controllo del processo eiaculatorio. 

La sessualità è una parte importantissima non solo della nostra identità, ma anche della nostra vita. Per questo dobbiamo prendercene cura, per viverla serenamente e pienamente ogni giorno. 

Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale