Questa denominazione deriva da una famosissima opera di William Shakespeare, Otello, nella quale il protagonista uccide la propria moglie accusandola di un tradimento che non si è mai verificato.
Ma andiamo a conoscere meglio questa Sindrome di Otello.
Maggiormente conosciuta come una forma morbosa di gelosia, questa sindrome si caratterizza per una gelosia ossessiva, delirante o paranoica alcolica, derivante da una convinzione delirante dell’infedeltà del proprio partner.
Si manifesta in maniera molto chiara: chi ne è affetto accusa ossessivamente e in modo delirante il proprio partner di essere infedele, di avere altre relazioni anche sessuali, il tutto senza essere in possesso di alcuna prova (a volte, le accuse si basano su prove minime o prive di rilevanza).
Gli atteggiamenti che possono far emergere la sindrome sono diversi, dalla tendenza a controllare continuamente la vita del partner, fino a veri e propri interrogatori.
La Sindrome di Otello si potrebbe, dunque, definire come un vero e proprio disturbo delirante, il quale può portare il soggetto a mettere in atto diversi atti e condotte devianti.
Stalking, cyberstalking, sabotaggio sono i comportamenti devianti maggiormente agiti da queste persone, ma in alcuni casi si può giungere anche a crimini violenti.
Diversi studi in merito hanno visto come spesso tale sindrome sia associata con l’alcolismo e con la disfunzione sessuale.
La gelosia, così, miete due vittime: il partner che viene accusato ingiustamente, ma anche colui che convive costantemente con queste convinzioni deliranti.
La coppia nella quale c’è questo terzo incomodo, chiamiamolo così, vede venir meno il proprio equilibrio, il quale viene sostituito da grande ansia, forte stress, rabbia che, nei casi più gravi, sfocia in atti di pura violenza.
I dati diffusi dal Ministero dell’Interno negli ultimi anni sono allarmanti: l’Erispes dichiara che alla base dei crimini passionali il movente più diffuso è proprio la gelosia, la quale ha “causato” ben 320 omicidi a sfondo affettivo nel periodo compreso tra il 2012 e il 2014.
Da cosa nasce la Sindrome di Otello?
Cominciamo col dire che donne e uomini possono essere entrambi “colpiti” da essa, anche se c’è un diverso modo di esternare e vivere questa fortissima forma di gelosia. Le donne, infatti, tendono maggiormente a interiorizzare pensieri e sentimenti, sviluppando così una forma di gelosia depressiva; gli uomini al contrario, esternalizzano molto di più ciò che stanno vivendo.
Chi soffre della Sindrome di Otello è, tendenzialmente, una persona con bassa autostima, molto ansiosa ed insicura ed è convinta di non valere abbastanza e di non meritare, quindi, l’amore dell’altro (in questo caso, del proprio partner).
Tutti questi vissuti portano la persona a sviluppare la forte paura; paura che diventa folle e delirante, di essere tradito ed abbandonato.
Superare questa sindrome è possibile?
Sdrammatizzare e far finta di nulla non sono certo le soluzioni giuste da adottare nel momento in cui ci si rende conto che il proprio partner (o sé stessi) soffre della gelosia ossessiva: se sottovalutata, la situazione non può che peggiorare.
Cosa fare dunque? Sicuramente il dialogo, il confronto sono un buon primo passo, ma poi bisogna rivolgersi ad uno specialista, uno psicologo, dunque, che può offrire un valido aiuto professionale. Solo grazie ad un percorso psicoterapeutico, infatti, il soggetto potrà scacciare queste false credenze e iniziare ad instaurare relazioni sane.
Un interessante progetto è quello realizzato a Milano, presso il Centro Medico Santagostino dallo psichiatra Michele Cucchi.
Nel centro è stato aperto un cineforum avente come obiettivo quello di allenare il cervello emotivo, sviluppare l’empatia, così da poter entrare veramente in relazione con l’altro, entrare nel vissuto altrui per comprendere sentimenti ed emozioni.
Un abbraccio e al prossimo articolo!
Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale