Il metodo anticoncezionale più diffuso tra le donne è la pillola anticoncezionale, anche se negli anni tantissime donne hanno cercato di evitarlo in quanto contrarie all’assunzione di ormoni e preoccupate anche dagli effetti collaterali ad essa associati.
Tra le alternative in commercio, negli ultimi anni, sono diventate disponibili delle applicazioni da installare sul proprio smartphone, gratuite e a pagamento, che promettono di individuare i periodi fertili con elevata precisione (almeno è quanto assicurano gli ideatori delle app).
Ad esse ricorrono sia donne che vogliono una gravidanza, sia quelle che al contrario la vogliono evitare e che vogliono controllare il proprio ciclo mestruale.
Questa tipologia di app ha iniziato a far parlare molto di sè a seguito di un vero e proprio caso scoppiato in Svezia: 37 donne rimangono incinte utilizzando una app che ha ottenuto la certificazione come contraccettivo in tutta l’Europa.
Si tratta della Natural Cycles, app gratuita per il primo mese e poi a pagamento, che garantisce la funzione di anticoncezionale.
Ma come funziona?
Tramite l’analisi del ciclo mestruale dell’utente, l’applicazione elabora i dati secondo algoritmi ben precisi che dovrebbero essere in grado di monitorare la fertilità.
Più nello specifico le donne che utilizzano Natural Cycles devono misurare e registrare la propria temperatura corporea tutte le mattine (sempre alla stessa ora): grazie a questi dati l’applicazione riesce ad individuare l’ovulazione e ad indicare quali sono i giorni a rischio gravidanza.
La società proprietaria della app, ha condotto degli studi sull’efficacia dello strumento commercializzato, ed ha condiviso i dati ad essi relativi. Se l’app venisse usata in maniera scrupolosa ed accurata, avrebbe un tasso di efficacia del 99% (lo studio ha coinvolto oltre 22.000 utenti).
Se ci si soffermasse su questo unico dato ci sarebbe solo grande entusiasmo, ma in realtà la società stessa afferma che malattia, sonno interrotto, ciclo mestruale irregolare e assunzione di alcolici, possono alterare il corretto funzionamento della app, andando a inficiare i calcoli e le previsioni fatte.
Natural Cycles non è l’unica applicazione nata con scopi contraccettivi, ce ne sono molte altre come Flo Fem, My Fertility, Mia, Maya e tantissime altre: gratuite e/o a pagamento, disponibili per i vari sistemi operativi, tutte vogliono affiancare le donne nel monitoraggio del ciclo, dell’ovulazione e dei giorni fertili.
Ma perchè Natural Cycles ha fatto così tanto parlare di sé?
In Svezia, questa applicazione viene utilizzata molto e 37 donne hanno dichiarato di essere rimaste incinte (si tratta però di gravidanze indesiderate) nonostante utilizzassero in maniera precisa e puntuale Natural Cycles.
Tutte hanno richiesto l’aborto e l’applicazione è finita sotto indagine: presso l’ospedale da cui è partita la segnalazione infatti, su 668 donne che hanno richiesto l’aborto tra i mesi di settembre e dicembre, 37 utilizzavano la app che aveva ottenuto la certificazione di contraccettivo.
La Swedish Medical Products Agency, cioè l’ente governativo incaricato della regolamentazione dei dispositivi medici in Svezia, ha condotto delle ricerche accurate anche per verificare se la certificazione dovesse essere revocata, ma dal lavoro svolte emerge che “La nostra conclusione è che il numero di gravidanze indesiderate durante il periodo di tempo valutato è coerente con i dati riportati nella valutazione clinica inclusa nella documentazione di certificazione. Poiché è importante utilizzare correttamente un’app di contraccezione, abbiamo chiesto al produttore di chiarire il rischio di gravidanze indesiderate nelle istruzioni per l’uso e nell’app. Questi problemi sono stati affrontati da Natural Cycles e quindi la nostra revisione è stata completata”.
L’app non avrebbe colpe, ma quindi siamo noi utenti che ormai ci affidiamo a loro in maniera totale ed indiscussa?
Utilizzare un’applicazione per registrare il proprio ciclo mestruale può essere utile, può aiutarci a controllarne la regolarità, ma non possiamo basarci ciecamente su di essa per decidere se utilizzare o meno un contraccettivo come ad esempio il preservativo.
Un aspetto importantissimo che con l’utilizzo delle applicazioni passa in secondo piano (purtroppo) è quello delle malattie sessualmente trasmissibili (MST).
Ricorrere ad un software da smartphone per monitorare i giorni fertili, forse può darci qualche dritta per non andare incontro a gravidanze indesiderate, ma lo stesso non è valido per le MST. Senza utilizzare i giusti contraccettivi siamo totalmente esposti, non protetti e andiamo incontro a rischi notevoli.
Le app sono strumenti utili, ma vanno usati sempre consapevolmente riconoscendole vantaggi e, soprattutto, limiti.
Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale