A livello fisiologico, avvengono molte cose durante l’orgasmo: l’utero si contrae ritmicamente, così come la vagina e lo sfintere anale, ci sono smorfie sul viso, i muscoli sono ipertonici, gli addominali ed i glutei vengono contratti.
Quando tutto questo non si verifica, si parla di Disturbo dell’orgasmo femminile o anorgasmia (termine più antico, ma forse più diffuso e conosciuto).
E’ difficile quantificare il numero di donne che presentano questa problematica e bisogna inoltre considerare che alla base del disturbo ci può essere una variazione della risposta sessuale, dovuta ad apprendimenti precedenti erronei.
Ma approfondiamo meglio questo disturbo.
Il DSM-5 (ovvero, il Manuale dei Disturbi Mentali giunto alla sua quinta edizione) definisce il Disturbo dell’Orgasmo femminile, come “marcato ritardo, marcata infrequenza o assenza di orgasmo, o ridotta intensità delle sensazioni orgasmiche, in tutti o quasi tutti i rapporti sessuali”.
Ai fini diagnostici, è importante valutare l’insorgenza del disagio, per poterlo distinguere tra:
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permanente, ovvero presente da quando la donna è diventata sessualmente attiva;
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acquisita, quando il disturbo inizia dopo un periodo di funzionamento sessuale relativamente normale.
Come è importante comprendere la storia della paziente, conoscendo il momento dal quale la problematica è insorta, allo stesso modo è rilevante capire quando la stessa si manifesta. Si parla, infatti, di una condizione generalizzata o situazionale: la prima non è limitata a determinati tipi di stimolazione, situazioni o partner, la seconda al contrario, si verifica solo con determinati tipi di stimolazione, situazioni o partner.
Le donne vivono l’esperienza orgasmica in maniera altamente variabile l’una dall’altra, descrivendo livelli di intensità diversi, anche in base alla situazione ed al contesto. Ecco che è importante accogliere la donna che si rivolge allo specialista e metterla a proprio agio, al fine di ascoltarla e cogliere tutti i particolari, i fattori che possono aiutare l’eventuale successivo intervento terapeutico.
Parlando di orgasmo femminile è importante soffermarsi su una tematica molto delicata: orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale.
A tal proposito, anche se le donne tendono a descrivere come più forte ed intenso quello clitorideo, è opportuno sottolineare che tale dicotomia non ha senso dal punto di vista fisiologico: entrambi gli orgasmi, clitorideo e vaginale, infatti, sono indotti prevalentemente dalla stimolazione della clitoride. Le sensazioni o l’intensità percepita potrà risultare diversa, ma bisogna ricordare che nell’orgasmo clitorideo la stimolazione è esterna e la vagina si contrae essendo vuota; durante l’orgasmo con penetrazione, invece, le contrazioni avvengono attorno al pene, il quale oppone resistenza. Per questo le sensazioni orgasmiche potrebbero differire.
Quali sono le cause del Disturbo dell’orgasmo femminile?
Le cause di tale problematica sono diverse, mediche e psicologiche.
Nel momento in cui ci si trova ad elaborare una diagnosi, bisogna sempre valutare la componente medica: malattie endocrine, assunzione di farmaci, antidepressivi o l’uso di sostanze stupefacenti, possono andare ad influenzare negativamente la sfera sessuale, portando all’insorgenza dell’anorgasmia.
Quali sono invece le cause psicologiche?
I fattori psicologici che possono favorire l’insorgenza del disturbo sono molteplici, tra questi ritroviamo:
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traumi sessuali, come un abuso fisico o sessuale o un aborto;
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aver ricevuto un’educazione familiare o religiosa (o anche entrambe) molto rigida, sessuofobica, che ha sempre etichettato la sessualità come un qualcosa di sporco, peccaminoso e vergognoso;
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aver appreso informazioni erronee o imparziali sulla sessualità;
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non conoscere a pieno il proprio corpo, la propria sessualità;
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scarsa complicità, intimità con il proprio partner, oppure vivere una relazione conflittuale;
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l’ansia di dover raggiungere l’orgasmo può portare la donna al punto di vedere inibita l’esperienza orgasmica tanto desiderata;
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l’omofobia interiorizzata;
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la depressione.
Come si può intervenire?
Il trattamento per il Disturbo dell’orgasmo femminile comprende diversi step e strumenti, grazie ai quali la donna potrà riconquistare una piena e soddisfacente vita sessuale.
Tra questi la Psicoeducazione svolge un ruolo molto importante: conoscere bene l’anatomia sessuale, come è fatto il proprio corpo e soprattutto come risponde quando stimolato sessualmente, ci permettono di vivere la sessualità pienamente e in maniera più consapevole.
Nei casi in cui l’ansia sia una concausa rilevante, è importante intervenire con Tecniche di rilassamento, finalizzate a ridurre l’ansia stessa, ma anche ad apprendere come gestirla ed affrontarla.
Utili sono anche le Tecniche di sensibilizzazione focalizzata: la donna, sola e poi insieme al partner, impara a toccarsi nel modo che preferisce al fine di raggiungere l’orgasmo.
Quando il paziente ha ricevuto un’educazione rigida e sessuofobica invece, è importante lavorare sui suoi schemi cognitivi tramite la Ristrutturazione cognitiva.
Lavorare in coppia e sulla coppia è fondamentale quando il fattore scatenante risiede proprio in un rapporto di non intimità e di conflittualità. Riportare i partner a comunicare, ad ascoltarsi, ad essere empatici l’uno con l’altro, può farli riavvicinare, per poter man mano riscoprire il piacere dell’intimità e della sessualità.
In alcuni casi, è utile far svolgere gli esercizi di Kegel. Questi sono finalizzati al rafforzamento dei muscoli pelvici e vaginali: svolgerli durante il rapporto sessuale potrebbe rendere la donna più sensibile alle stimolazioni, portandola più facilmente verso l’orgasmo.
Si comprende facilmente come sia delicato approcciarsi ad una donna che accusa tale problematica: accoglienza, delicatezza e sensibilità non devono mai mancare, al fine di conoscere al meglio la storia di cui è portatrice e per aiutarla attraverso il giusto trattamento.
Un abbraccio e al prossimo articolo.
Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale