Sex Robot: quando intelligenza robotica e sesso si uniscono

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Nel precedente articolo, vi avevo lasciato anticipandovi che, se le Real Doll possono sembrare l’ultima frontiera dell’evoluzione della famosa bambola gonfiabile, in realtà, questa potrà ben presto essere soppiantata da un prodotto ancora più nuovo e, soprattutto, tecnologico (budget permettendo!). Di cosa si tratta? Dei robot ovviamente!


Intelligenza artificiale
e robotica

Ecco i due nuovi aspetti che si uniscono per creare un qualcosa di nuovo che porta l’hi-tech nel mondo della sessualità.

I robot, apparecchi artificiali creati per compiere determinate azioni con o senza la supervisione dell’uomo, li conosciamo da decenni: sono presenti nelle industrie per l’automazione ma anche nelle case di tutti noi (non scordiamoci che anche i pc sono dei piccoli robot che, grazie ai loro software ed al loro hardware, ci aiutano a svolgere i più svariati compiti e attività). Molto probabilmente, però, già verso la fine dell’anno, li potremmo vedere sotto una luce diversa, con una veste diversa.

Roxxxy, Denyse, Isabel, Robert e Stew sono i Robot pronti a “stravolgere” la visione classica dei robot che abbiamo oggi. Chi sono?

Sono robot di ultima generazione, dotati di intelligenza artificiale e nati per uno scopo ben preciso: quello di soddisfare i desideri sessuali di noi umani.

Probabilmente, entro la fine del 2017, sarà possibile acquistare un sex robot con una spesa che si aggira intorno ai 10-15.000 euro (qualcuno dice “spendendo poco più che per una utilitaria”, una cifra che, certamente, non può definirsi contenuta o modica).

Ma come sono davvero questi sex robot?

Dalle sembianze e dimensioni umane, i robot del prossimo futuro saranno decisamente realistici in ogni particolare e in ogni parte del corpo (anche in quelle intime, ovviamente), saranno sensibili al tocco e potranno persino avere un proprio orientamento sessuale.

Una delle cose più sorprendenti è la loro capacità di interagire con gli umani: potranno rispondere a degli specifici stimoli vocali, visivi e tattili, riuscendo addirittura a condurre delle brevi e semplici conversazioni.

Tutto ciò sarà possibile grazie alla loro capacità non solo di riconoscere la persona con cui stanno interagendo, ma anche alla capacità di comprenderne lo stato d’animo, impararne i gusti e preferenze.

E la “pelle”? Avranno una pelle morbida e realistica, dotata di sensori per essere sensibili al tatto e di un sofisticato sistema di riscaldamento: è come se il robot avesse una propria temperatura corporea.

Per il movimento, ci saranno moltissimi micromotori distribuiti su tutto il “corpo”, in modo da rendere possibile qualsiasi tipo di gesto: sono lontani i ricordi di robot che si muovevano a scatti ed in modo estremamente innaturale e poco fluido.

A Norimberga, sta prendendo “vita” Andy, l’umanoide ideata da Michael Harriman, meccanico aeronautico, la quale sotto la sua pelle ha una sorta di cuore artificiale: accelera i battiti cardiaci durante il rapporto sessuale e grazie ad un radiatore che alza la temperatura corporea riesce ad emulare perfettamente l’eccitazione. Inoltre, sono presenti uno speaker collegato al cuore che riproduce ansimi in relazione all’amplesso ed un sistema in grado di emettere finte secrezioni vaginali.

Ma a tutto ciò si aggiunge la connessione internet: sarà semplice e sempre possibile aggiornare la propria bambola robotica, dotandola delle ultimissime funzionalità (non dimentichiamo che grazie al software che possiede, può avere una personalità piuttosto che un’altra, in modo che ognuno possa personalizzarla anche sotto questo aspetto).

La personalità è un elemento molto importante per queste bambole robotiche del sesso. Come spiega Matt MacMullen (fondatore e proprietario di Real Doll) infatti, ogni acquirente potrà scegliere tra diverse personalità (intellettuale, timida, passionale, romantica ed altre ancora), ma dovrà tenere sempre conto che la bambola potrà anche cambiare umore nel corso della giornata e che potrebbe addirittura “innamorarsi del proprio partner sessuale”.

Certo, leggere che un robot possa innamorarsi di una persona lascia perplessi e anche stupiti, ma sapete cosa afferma l’ideatore di tutto ciò?

«Il nostro obiettivo», spiega MacMullen, «è quello di far sviluppare un attaccamento emotivo non solo al robot, ma anche alla sua personalità digitale». Nel suo libro, spiega anche come sia semplice far innamorare un robot di una persona, semplicemente programmandolo in modo da farlo comportare come se fosse innamorato. Dall’altra parte la persona in possesso del robot, si sentirebbe amato ricambiando (in maniere più o meno conscia) questo sentimento estremizzandolo rispetto a quello che usualmente prova per la propria macchina o per la propria moto.

Ma, oltre al suo creatore, c’è qualcun’altro che dice la sua su questa innovazione?

Secondo diversi esperti i sex robot potranno creare un grande business

Michelle Mars, sessuologa britannica, sostiene che potremmo assistere ad una vera e propria invasione di questi robot nel giro di pochi anni, i quali andranno a sostituire moltissimi sex worker (sempre secondo la sua opinione, infatti, potrebbero essere utilizzate soprattutto nei paesi “famosi” per il turismo sessuale).

Forse, veramente ci potremmo trovare davanti a un drastico declino del commercio di esseri umani, ma umanizzare così tanto un robot, una macchina, cosa comporta? Come possono andare ad influenzare le relazioni interpersonali, l’approccio al sesso ed alla sessualità? Sarà una nuova trasgressione? Come entrerà nelle vite di chi le acquisterà?

«L’idea di instaurare una relazione affettiva o fisica con un robot potrà sembrare strana ai più, ma pensate a come Internet e le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di approcciare il sesso e le relazioni interpersonali. Lo stesso concetto di “strano”», afferma Levy, «in campo sessuale è destinato ad evolversi piuttosto in fretta: molte pratiche oggi ritenute normali un secolo fa erano censurate socialmente o addirittura vietate dalla legge».

Le parole del loro ideatore cercano di rassicurare i dubbiosi e gli scettici, ma Noel Sharkey, docente di robotica presso l’università di Sheffield, considerato il maggior esperto di etica e morale nel campo dei robot, si pone delle domande semplici, ma molto importanti sui giovani che si approcceranno a queste tecnologie: “come approcceranno il sesso opposto questi ragazzi? Che considerazione ne avranno?”. La sua preoccupazione più grande è che i più giovani si ritrovino a vivere esperienze troppo coinvolgenti per la loro età e per il loro sviluppo, sia dal punto di vista fisico che emotivo, esperienze, inoltre, decisamente slegate dalla realtà

Ma insieme a lui anche gli psicologi tendono a mettere in guardia di fronte a questi sex robot, probabili futuri surrogati delle relazioni vere e che rischiano di diventare dei veri e propri metri di paragone. Se al giorno d’oggi ci si preoccupa molto per quel che riguarda le patologie associate alla dipendenza e al consumo compulsivo della pornografia online, l’avvento dei sex robot porterà ad una estremizzazione di queste dinamiche e problematiche: come ci si relazionerà con i pari, con le persone che abbiamo vicino se il metro di confronto è una macchina progettata proprio con lo scopo di soddisfare ogni mio desiderio?

Quali sono le possibili conseguenze psicologiche?

In molti iniziano a pensare che il fenomeno delle Real Doll e dei Sex robot possa basarsi sull’affitto delle stesse, visti gli alti costi di acquisti, ma bisogna prendere in considerazione i diversi fattori psicologici che entrano in gioco.

Diverse persone che hanno acquistato questi robot ultratecnologici, non cambierebbero mai la propria bambola: ci creano un legame, scelgono i vestiti da farle indossare e le “mettono in posa” nel proprio appartamento per ritrovarle una volta rientrati dal lavoro. 

Gli esperti, inoltre, temono che la diffusione di questi robot possa contribuire alla diffusione e proliferazione delle parafilie, in quanto le persone saranno più portate a far diventare reali le fantasie sessuali che non hanno agito insieme al proprio partner: avendo di fronte un robot, un “oggetto”, potrebbero essere più propense a sperimentare qualcosa di nuovo che con persone reali non hanno avuto la possibilità, anche per pudore, paura, assenza di fiducia, di provare.

Cosa ci aspetta nel prossimo futuro in tema di robotica sessuale?

"C'è da aspettarsi un proliferare di robot per tutti i gusti: molti troveranno eccitante la sperimentazione di forme di erotismo estremo con i sex toys, e forse per questo saranno considerati dei deviati", afferma Levy. L’esperta di cultura sessuale e transgender Monica Maggi, concorda con lui ed afferma che "La robotica sessuale è o sarà richiesta anche per varcare nuove frontiere. Penso, per esempio, a un maschio che decide di regalare alla sua compagna un'esperienza lesbica, o magari di provare un ménage à trois con un altro maschio o un'altra femmina, oppure, di testare il sesso di gruppo e le 'gang band' con diversi androidi. E sempre senza strascichi sentimentali, senza gelosie e senza paura di portarsi in casa dei rivali".

L’aspetto etico legato al fenomeno è destinato a divenire ancora più complesso ed articolato, in quanto, nel 2020, i robot potrebbero avere una propria “coscienza”, come se fossero consapevoli di ciò che sta accadendo loro. A quel punto alcuni, già da ora, ritengono opportuno dare la possibilità a queste macchine del sesso di opporsi a pratiche che non gli “piacciono”, a dare così la possibilità anche ai robot di opporsi e avere una sorta di libero arbitrio.

Quali motivazioni possono portare all'acquisto di un Sex Robot o di una Real Doll?

Ma se per questo tema c’è ancora tempo per dibattiti e riflessioni, perchè ad oggi un uomo o una donna dovrebbero decidere di acquistare una Real Doll o un Sex Robot?

Le motivazioni possono essere le più svariate e diverse tra loro. Possono esserci esperienze pregresse che sono state vissute in modo negativo ad esempio, ma sicuramente alla base ci sono spesso la paura, l’incapacità e l’immaturità ad instaurare relazioni con l’altro diverso da sè.

In questi casi, la persona fugge dalle relazioni con i propri pari e si va a rifugiare in queste pseudo-relazioni che percepisce come più sicure e nelle quali non si sente giudicato riuscendo ad essere sè stesso, con i propri bisogni, le proprie fantasie e i propri sentimenti. 

Le Real Doll, come accennato prima, vengono umanizzate in diversi modi: gli vengono comprati vestiti per diverse occasioni (abiti da giorno, indumenti intimi, vestiti da sera), vengono inserite in scene di vita quotidiana andando ad accompagnare la quotidianità di chi la ha acquistate.

Se la “vecchia” bambola gonfiabile appariva velocemente e spariva venendo riposta in pochi secondi (giusto il tempo di sgonfiarsi), le bambole degli ultimi anni sono destinate a persistere, a presentarsi sfacciatamente divenendo dei feticci a tutti gli effetti.

Sono delle bambole la cui presenza, la cui esistenza si fa sentire: ci sono, non solo si vedono nel proprio appartamento, ma quando si vanno a prendere, a toccare, è come se si entrasse in contatto con una presenza fisica, con una persona (per quanto la ricordano).

L’antropologo Canovacci, professore presso l’Università Sapienza di Roma, afferma che “L’uomo non solo possiede la bambola ma è anche posseduto da lei, cioè entrambi si adeguano all’altro in una dialogica feticista, in cui lui si infantilizza quanto lei si addomestica. Il problema, o meglio l’aspetto mistico del problema, sta nel fatto che quella bambola “non ha” un’anima: “é” un’anima. Voglio dire che la bambola incorpora una serie infinita di mitologie che ruotano intorno al feticcio, alla cosa-feticcio che é viva e morta a un tempo, una “mortaviva” che non vive né ha mai vissuto il dualismo corpo-anima e per questo non ha un’anima separata dal corpo. Lei è “anima” che si è fatta bambola, animata e animista”. 

Gli iDollator (così si sono chiamati i possessori di Real Doll nei vari forum online) sono generalmente uomini single, ma anche uomini sposati e donne sposate, insoddisfatti o delle dinamiche di coppia o per la mancanza di una relazione reale, i quali giungono a comprarne una con le caratteristiche fisiche (e poi di personalità) ricercate nelle persone vere. 

La Real Doll dà l’illusione di una relazione reciproca a tutte quelle persone con disagi fisici, psicologici e sociali che rendono complicata la relazione e l’interazione con l’altro sesso, permettendogli così di rifugiarsi in un ambiente percepito come più sicuro e accogliente  (come nel caso della prostituzione in cui le persone cercano sempre più di instaurare una sorta di legame, di non fermarsi alla consumazione del rapporto sessuale, come è evidente nel mondo delle escort).

Ma perchè con queste bambola la reciprocità diviene così amplificata?

In primo luogo prendiamo in esame l’aspetto economico: la prostituta o escort richiede un pagamento “regolare”, mentre con la bambola/robot il pagamento avviene in una volta ed è presto dimenticato.

In secondo luogo, la sessualità con questo oggetto umanizzato può andare a soddisfare ogni fantasia e desiderio, in quanto non c’è dall’altra parte una persona che si oppone, che nega alcune pratiche.

Il desiderio di una relazione senza alcun tipo di complicazione, quindi, diventa così possibile: si è liberi da qualsiasi compromesso, da ogni responsabilità. La bambola accetta passivamente ogni propria volontà individuale, ci si sente liberi di esprimere ogni emozione e ogni desiderio. 

Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel mondo dei sex toy: un grande passo in avanti che porta con sè pensieri, dubbi e nuove tematiche sulle quali riflettere.

In un mondo in cui la tecnologia e la robotica sono in pieno sviluppo, saremo tutti noi pronti, anche psicologicamente, ad accogliere ed introdurre nelle nostre vite le innovazioni del prossimo futuro?

Voi cosa ne pensate? Siete solo curiosi o avete qualche perplessità o anche timore?

Al prossimo articolo!

Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale