La considerazione che si ha, in genere, del 'grafico' e della 'grafica' non è propriamente entusiasmante! Tutti un pochino si sentono grafici, parecchi pensano che sia solo spostare elementi su un programma, pochi ti considerano un esperto nel settore della comunicazione in grado di risolvere il loro problema.
E’ come se uno andasse dal dottore, architetto o ingegnere, solo per farsi mettere nero su bianco quello che ha già stabilito e pensato, senza averne la benché minima competenza!
Per superare questo scoglio normalmente preparo minimo 3 bozze grafiche, una così come l’hanno pensata i clienti, e le altre due come le ho pensate io. La differenza comunicativa salta agli occhi.
Ciò non significa non dover ascoltare le idee del cliente, anzi è proprio da quelle che si parte, dal messaggio che vuole lanciare e a chi lo deve fare arrivare. Il grafico deve solo trovare il modo migliore per comunicare il messaggio al target di riferimento.
Ma ora basta divagare su congetture socio-culturali-estetiche. Prendo, quindi, tutto il materiale che mi mandano e comincio a pensarci su.
L’idea di base è sicuramente un matrimonio alla “cake design” (son partiti, infatti, proprio dalla foto di una torta (foto n. 1)! Diciamo, un matrimonio ‘dolce’ ma ‘elegante’ ed il colore scelto di base è il fucsia. Una torta piena di pallini... quindi, perché non partire da quella?
Ho ridisegnato la torta (foto n. 2) e ne ho creato un piccolo loghetto (foto n. 3) per la cerimonia, cioè un elemento grafico da riproporre su tutti i formati e materiali.
Poi mi serviva una texture da utilizzare come sfondo che ricordasse il mondo a pallini ma che non risultasse troppo pesante da compromettere la lettura dell’invito. In questo specifico caso sono andato sul semplice. Un mondo di pallini sovrapposti ad un leggero sfondo damascato (foto n. 4).
Lo scoglio più alto, normalmente, almeno per me, è la scelta del carattere ('font') e, dopo un analisi pseudo scientifica, per scremare tra le migliaia di caratteri in mio possesso, passo alla scrematura istintiva, cioè, vado semplicemente a tentativi, finche non trovo massimo uno o due font che mi piacciano veramente e che rappresentino al meglio lo stile scelto (foto n. 5).
Ora manca la scelta dei colori (normalmente comincio lavorando in scala di grigi, se funziona in bianco e nero, a colori sarà una passeggiata).
Per non avere sorprese in fase di stampa, utilizzo, per la scelta dei colori, una mazzetta Pantone, anche se poi non stamperò con quelle tinte, ma solo per avere un idea abbastanza precisa di quello che sarà il risultato. Ecco i colori scelti (foto n. 6).
Ormai ho tutto quello che mi serve per cominciare ad assemblare la grafica.
Devo solo richiamare gli sposini e proporgli le mie scelte… Speriamo bene!
E voi che ne pensate di questo stile? Fatemi sapere i vostri gusti e quale ‘stile visivo’ vorrete dare al vostro matrimonio! Alla prossima.
Gianluca Proietti
Graphic Designer